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mercoledì 22 agosto 2012

Articolo "Ali nuove" - Macchi M.33

Ringrazio calorosamente un amico, che cortesemente mi ha inviato l'articolo relativo al Macchi M.33 che ho trascritto qui sotto. Buona lettura.


" Ritiratosi l'ing. Tonini, progettista capo della casa produttrice Macchi divenne Mario Castoldi. Sua prima affermazione fu il progetto dell'idrocorsa che avrebbe equipaggiato la squadra italiana per l'edizione 1925 della Coppa Schneider. Dopo lo "shock" diffuso tra i costruttori europei dalla dimostrazione di efficienza fornita dagli Americani nel 1923, si cercò dovunque di orientale le nuove costruzioni su concetti radicalmente più moderni e Castoldi passò al monoplano a sbalzo con arditezza di concezione. Come nell'M.19, l'ultimo idrocorsa Macchi, si scelse l'elica trattiva, con conseguente sistemazione arretrata dell'abitacolo. Sotto l'influenza dell'affermazione americana, il motore prescelto fu il Curtiss D.12, da 450CV, che fu installato su un castello sopra lo scafo, con una profilata carenatura e coi radiatori dell'olio sui lati con soluzione originale e non ortodossa.
Circa l'architettura generale dell'idrovolante poco altro può dirsi, dato che la formola monoplana a sbalzo semplificava straordinariamente iniziando una nuova epoca per simili apparecchi. Non va trascurato il fatto che fin allora tutte le macchine che si erano affermate - comprese le americane che dovevano portar via la Coppa dall'Europa - erano biplani di tipo più o meno perfezionato ed affinato, ma che tuttavia dovevano sacrificare non poco della loro velocità massima alla formola strutturale; passando al monoplano a sbalzo si faceva in realtà un progresso costruttivo nettissimo che avrebbe meritato fin dall'inizio miglior sorte.
Sfortunatamente ciò non avvenne perché memore del fatto di tanti promettentissimi idrocorsa che non avevano resistito a moti ondosi di qualche violenza, lasciando vincere vecchi residuati di guerra che invece tenevano il mare, Castoldi diede eccellenti qualità marine al suo M.33, che era ancora del tipo a scafo. A Baltimora però le condizioni di tempo furono buone, e ciò fu un male per i nostri due idrocorsa (numerati 6 e 7) che alle doti nautiche avevano sacrificato altrettanta finezza, risultando inferiori ai biplani a scarponi - del resto muniti di motori più potenti - degli Americani. Il velivolo di Moselli non potè prendere il via poiché non era stato montato in tempo; quello di De Briganti arrivò terzo, con la media di 217Km/h. Dopo questa lezione anche in Italia si abbandonò definitivamente la formula a scafo per idrocorsa, e l'M.33 passò all'addestramento dei piloti del Reparto Alta Velocità.
Le sue caratteristiche sono: apertura alare 10m; lunghezza 8.29; altezza 2.68; superficie portante 15 mq; peso a vuoto 975Kg, totale 1255; velocità massima 350Km/h. "

martedì 21 agosto 2012

Scafi XXL

"Per una parete grande, ci vuole un grande pennello"

Esordiva così una nota pubblicità degli anni '80 ma in questo caso parliamo di idrovolanti e più in particolare di scarponi.

Oggi ho avuto modo di andare a trovare un maestro dell'alluminio, T.G., che sta iniziando a lavorare ad un mio progetto. Mi ha veramente affascinato seguire le sue spiegazioni ma soprattutto vedere con che maestria di quest'uomo, vedremo a lavoro finito.

lunedì 20 agosto 2012

Ripresa delle Attività

Ed eccoci ritrovati con dopo la pausa estiva, pausa che quest'anno si è ridotta al minimo indispensabile per lasciar spazio a progetti e nuove avventure. Per celebrare l'avvento della nuova stagione, rinnovo il mio interesse allo sviluppo del velivolo di mio comprovato interesse, il Macchi M.33


Questi giorni di tranquillità mi hanno permesso di ragionare su quella che potrebbe rivelarsi tecnicamente una concreta riproposizione di questo velivolo, più tempo trascorre sempre più si delineano i contorni del progetto e la possibilità di avventurarmi concretamente nel progetto stesso... chissà, magari tra qualche anno, sarà ancora possibile veder volare un idrocorsa.
Attualmente prosegue la ricerca di quelli che erano i progetti originali del mezzo per poterli utilizzare come base del lavoro di ingegnerizzazione, partire da quelli mi permetterebbe di rispettarne al massimo le caratteristiche e scendere solo a studio ultimato, a compromessi tecnologici e di sicurezza.
Tuttavia parleremo più avanti degli interventi che andrebbero apportati per permettere il rispetto delle legislazioni vigenti...